Miti da sfatare per suonare ad orecchio

Quando si tratta di suonare ad orecchio, non c’è nessuna abilità più importante che saper trovare la tonalità di un brano.

Per un esecutore classico è tutto scritto nella partitura. Se ad esempio vede un si bemolle all’inizio del pentagramma, vuol dire che sta suonando in Fa Maggiore,

chiave di violino + si bemolle

oppure se vede un fa diesis ed un do diesis vuol dire che sta suonando in Re Maggiore.

 

chiave di violino + do e fa diesis

Per chi suona ad orecchio, invece, queste informazioni non sono così disponibili.

Di conseguenza il lavoro del suonatore ad orecchio sarà quello di trovare velocemente la tonalità (e questo è spiegato molto bene all’interno del corso PianoforteaOrecchio) per poi ricavare in tempo reale gli accordi da suonare, le scale e tutte le componenti armoniche proprie di quella tonalità.

Ma ci sono sempre dei forti dubbi sulla possibilità di suonare ad orecchio, li chiamo miti da sfatare. Qui ne elenco alcuni, i primi che mi vengono in mente.

 

Mito n°1 – Bisogna essere dotati

Questo è sicuramente uno dei più diffusi. Ed anche il più falso! Chiunque è in grado di acquisire questa capacità, tenendo presente che i “dotati di natura” del cosiddetto “orecchio assoluto” o di una naturale intonazione, sono circa 1 su 10.000 e comunque questa caratteristica innata non è certo legata ad una predisposizione verso la musica. Che tu ci creda o no.

Trovare la tonalità di un brano è un processo che si apprende, ed anche molto facilmente. Si inizia canticchiando il brano che stai ascoltando e cercando le note sulla tastiera (nel corso PianoforteaOrecchio ti spiego esattamente come fare).

 

Mito n° 2 – Ci vuole molto tempo per padroneggiare la tecnica

Falso anche questo. Nella terza delle sei lezioni, in soli 15 minuti io mostro come fare e con questa stessa tecnica, centinaia di migliaia di altri musicisti hanno imparato a trovare la tonalità della canzone preferita in soli 30 minuti ! Poi, una volta fatto proprio il “come si fa” diventa sempre più veloce e naturale arrivare al risultato. Personalmente io ci riesco in un tempo che non me ne accorgo nemmeno, a volte comincio già a suonare nella tonalità giusta semplicemente perché per me è tutto automatico, ormai.

 

Mito n° 3 – E’ più una questione di fortuna, di indovinare le note giuste.

Questo può essere il peggiore e deriva soprattutto da ciò che i musicisti “classici” pensano di un musicista “ad orecchio” e cioè che egli sia disorganizzato, slegato dal concetto alto della musica, uno che “ci prova” a suonare.

Suonare ad orecchio implica invece una conoscenza della teoria musicale, un sano metodo di studio ed una cultura di base degli accordi, modi, sistemi di numerazione ed altro ancora. Si può certamente raggiungere un livello sufficiente che ti consente di divertirti e divertire, anche senza tanta conoscenza di base, ma se vuoi passare al gradino successivo devi fare i compiti.

Se vuoi renderti conto della sostanza di cui sto parlando, inizia il corso gratuito. Scoprirai da te quanto può essere facile, veloce e divertente imparare a suonare il pianoforte ad orecchio.

 

Un caro saluto a te

Domenico D’Erasmo

Fammi vedere che sei vivo!
Dimmi cosa ne pensi e apriamo il discorso anche con gli amici di facebook.

 

2 commenti a “Miti da sfatare per suonare ad orecchio

  1. Ciao Domenico,
    sono d’accordissimo sul fatto che sono molti i falsi miti da sfatare per chi inizia a suonare ad orecchio.C’è comunque un aspetto molto importante che non va assolutamente sottovalutato e che ancora tu nelle pillole di saggezza ancora non hai menzionato. Naturalmente sono certo che lo farai nelle prossime e-mails…..
    La tecnica non è soltanto trovare i giusti accordi ed una tonalità adeguata alle nostre capacità vocali ma è soprattutto dare la corretta impostazione ritmica, quello che contraddistingue un cosiddetto esperto da uno che si limita a strimpellare qualche accordo
    Il senso ritmico appartiene a quel bagaglio di doti naturali che possono comunque essere migliorati, acquisendo la conoscenza di “patterns” che possono essere utilizzati come dei tasselli nella struttura portante di tutte le esecuzioni.
    In questo campo confesso di essere molto ignorante e non chiedo di meglio che seguire i tuoi suggerimenti e gli eventuali consigli.
    Grazie.!!!!!!
    Con Stima
    Giovanni Guzzo

  2. io studio il pianoforte da 1 anno ed ho finito il Beyer ma il piano mi e’ molto ostico per difficolta’ ad unire le due mani dove devo leggere due chiavi. In attesa di consigli ringrazio. Sullo studio a orecchio ho seri dubbi…

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