Quale pianoforte per te?

Da pianista mi sono sempre chiesto quale fosse il migliore pianoforte.

Fino a qualche anno fa credevo anche di averne un’idea.

Poi, il tempo passa e ti insegna a ragionare meglio, dosando con più cura il cuore e il cervello nelle valutazioni.

Ed è così che sono arrivato alla conclusione che non esiste il pianoforte migliore, in senso assoluto.

Già solo il concetto di “assoluto” è sbagliato. Impensabile immaginare uno strumento che riesca a donare le stesse sensazioni a chiunque lo suoni. Proprio perché stiamo parlando di Musica.

Yamaha c3x

 

E così che se hai la possibilità di suonare uno Yamaha, giapponese, ad esempio un C3X, con i suoi suoni asciutti, attacco brillante e fresco,

frequenze alte e basse enfatizzate, potrai sentirti a tuo agio su brani jazz, fusion, o anche del sano rock moderno.

 

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Un altro discorso se tocchi i tasti di uno Steinway and Sons, storica casa di produzione americana, fondata da un emigrato tedesco. Il suo Gran Coda ha fatto e continua a fare storia. Suono più caldo, ovattato quando sfiori i tasti e deciso quando serve (sembra la pubblicità di un whisky).

Un difetto che sembra avere, però, a detta di tanti, è la tenuta dell’accordatura. Ma anche questo è soggettivo: è chiaro che se gli fai girare 350 palchi all’anno, qualche difficoltà pur sempre la presenterà. Nel salotto di casa, magari con un clima pressoché stabile a livello di umidità e temperatura, sicuramente saprà tenere più a lungo.

Kawai Grand Piano

Poi non posso non citare  Kawai, altra casa storica, giapponese, che produce da diversi decenni strumenti meravigliosi. Io stesso ho avuto la fortuna di suonare un Gran Coda. La Kawai costruisce pianoforti dalla meccanica perfetta, resistenti e dal suono ben equilibrato.

Per la sua linea di punta, l’esclusiva Shigeru Kawai, vengono addirittura utilizzati legni rarissimi ed in disponibilità limitata, lasciati stagionare naturalmente con antiche tecniche, per ottenere poi il suono tipico di questo marchio.

 

BSD_mod_290Bösendorfer,  fabbrica austriaca, dal 2008 consociata al gruppo Yamaha piano. I pianoforti Bösendorfer sono famosi per il loro suono cupo, corposo, bilanciato e per la maniacale cura impiegata nella loro costruzione. Inoltre, l’azienda è nota per la produzione di strumenti con 97 (strumento in foto)  e 92 tasti, oltre ai modelli con l’estensione standard di 88 tasti. Non sempre però ci sono giudizi eccellenti sulla meccanica, ad avviso di tanti un po’ “gommosa” nel tocco e nella risposta.

 

Questa una breve carrellata di marche famose di pianoforti. E’ chiaro che il mondo non si ferma qui, ne esistono tante altre, anzi lascio a te indicarmi  quale è la tua preferita e perché, con le sue caratteristiche positive e negative.

Il mondo del pianoforte è tanto vasto e, così come per l’arte, soggettivo. La mia non vuole essere assolutamente una classifica, non è mia intenzione e sarebbe un errore bello grosso, da parte di un artista, definire cosa è meglio per tutti……..

Quando si parla di strumenti musicali, la soggettività è la prima regola. Ti ho descritto ciò che “a me” hanno trasmesso questi strumenti.

D’altronde, in questo articolo, ho affrontato un’altro tema importante, che vale la pena di associare a questo che hai appena letto, inerente l’avvento della tecnologia, sempre più presente e pressante nel mondo della Musica.

Prova a raccontarmi, se vuoi, la tua esperienza.

 

Un caro saluto a te,

Domenico D’Erasmo.

Fammi vedere che sei vivo!
Dimmi cosa ne pensi e apriamo il discorso anche con gli amici di facebook.

 

3 commenti a “Quale pianoforte per te?

  1. Ciao Domenico. Il tuo corso mi ha convinto. Mi sembra molto semplice da seguire. Sono solo un po’ scettico sul tempo. Un mese fa ho iniziato a suonare in una neo band di neo musicisti. Trovare altro tempo da dedicare al tuo corso oltre a quello per imparare gli accordi per l accompagnamento dei nostri brani sarà impegnativo. Tentiamo…. Sento di avere bisogno di un aiuto. A presto. Mauro

    • Caro Mauro, io sono sempre disponibile a fornire tutto il supporto possibile. Possiamo confrontarci via mail, Skype, telefono, qualsiasi mezzo di comunicazione ti venga in mente che sia a te congeniale. Offro questa opportunità a tutti gli amici che credono nel mio corso e che vogliono portarlo a compimento seguendo le altre 4 lezioni oltre quelle gratuite. La misura della mia soddisfazione sta nel portare più persone possibile ad accedere facilmente e velocemente a questo paradiso che è la musica suonata. Attendo tue!

  2. Sono il fortunato possessore del Bösendorfer n. 10164, datato 18 ottobre 1883. In generale, i Pianoforti antichi hanno un suono di qualità superiore rispetto a quelli odierni, poiché le lavorazioni sono state condotte artigianalmente, scegliendo con cura i materiali, senza stagionature accelerate e senza l’uso di materiali sintetici. L’unica critica negativa che muovo nei confronti di questa fabbrica, a parte l’essere entrata nell’orbita Yamaha, è l’adozione della meccanica a doppio scappamento in luogo della meccanica classica Viennese a semplice scappamento, molto precisa, che non perdona il benché minimo errore.

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